Sunday, October 01, 2006

Amo descrivere il reale
senza fronzoli abbellimenti
o che
amo descriverlo in quanto tale
come carta abrasiva o polvere
rumore
la parola non diventa solo sfondo
descrittivo ma immagine che focalizza ciò che è
che sono o che dovrebbe essere il termine è crudo
la sintassi esplicita il disagio
il reale sommerge la poesia nella banalità del giorno dopo
sono porte sbattute, correnti d'aria
caos e disordine urbano
noia e lentezza
sprazzi di sereno e lacrime
e sonno, tanto sonno, del reale amo gli estremi che piantano parole come chiodi
sulle pareti
scoordinate nel loro essere ordinate
poco spazio alla fantasia tanto alle mille albe e tramonti
come parentesi fra un giorno
che succede a quello prima
di questo reale esplicita
un discorso
mio peculiare, volgare che riflette limiti enormi, abissali un legame
che lascia poco spazio
al senso che addolcisce spirito e parola
descrizione
introspezione
criticismo
e la mia mano che s'apre attende un'altra
trasmettere calore e non freddezza
It's the end of the world as we know it.....I feel fine

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