Thursday, December 07, 2006

Servi

E' un argomento ostico, difficile
e qui non si tratta ne' di pietre
ne' di macigni
ma di una sensazione
di sicuro personalissima d'intendere le cose
un post che non si limita a un numero finito
ma che si dilaziona nel corso del tempo
perchè la servitù
è tale
costante, aderente al presente
ma mutante rispetto al tempo
che ci si vive addosso.La servitù si palesa dentro,sono i vincoli autoimposti
ed imposti
è data per scontata
neanche pensata
e questo non è il discorso
che s'affronta
in tema di coscienza di classe
è un qualcosa di ben più drammatico
la mia libertà, quella relativa
finisce nel momento stesso
in cui pensod'esser asservito ai doveri
imposti dai miei bisogni e non parlo di doveri parte di un diritto naturale
preesistente parlo di doveri imposti dal sistema
sistema-legge
sistema-lavoro
sistema-società
sistema-stato
la mia libertà finisce esattamente quando divento numero
quando relativizzo
il mio essere uomo
o meglio persona in funzione del sistema-stato-lavoro-legge-società
quando un terminale
esprime la cifra che attesta la mia presenza
in un qualsiasi luogo
quando una legge definisce il mio
comportamento potenziale che è morale se pensante nel bene
immorale quando il mio pensiero
va contro di essa
e parlo di pensiero non d'azione. La mia libertà finisce quando
devo soggiacere
all'iniziativa altrui secondo direttiva meccanicistica
senza pormi il problema se agisco in maniera
corretta o errata
la certezza sta nell'adeguarsi a ciò che viene detto.
La mia libertà nasce quando
mi rendo contod'esser servo
e quindi esprimere la scelta
se esser tale
o non esserlo affatto
con tutti i rischi altissimi
che ciò comporta. Se affermo d'esser numero
lo faccio con cognizione di causa
ben sapendo che il mio ruolo
è quello
lavoro per avere e per avere lavoro
seguo la legge
perchè regola i miei rapporti
con gli altri soggetti
credo nello Stato
perchè immagine del Dio terreno
e nell'Istituzione
in quanto sua manifestazione
credo in tutto ciò
perchè conscio d'esser servo
e perchè ammetto
l'esistenzadel Padrone
e quindi libero di combatterlo
o seguirlo
ammetto l'esistenza delle catene
che potrei rompere in qualsiasi
momento
anche se rimane
ancora una regina suprema che va
al di là dei sistemi
e che la ragione ammette in quanto tale, ma non anticipo nulla
almeno per ora.
Sono servo si
ma mantengo
il coraggio del pensiero
che va contro
l'asservimento assoluto
al dovere assoluto
quell'autoimposizione
che ti spegne definitivamente in quanto conscio di essere pur sempre arbitro
di me stesso.
Oggi piove
non posso farci nulla
ma posso pur scegliere
se prendere l'ombrello
e inzupparmi d'acqua
sembra una cazzatama non lo è affatto.

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